venerdì 10 luglio 2015

#3 Storia - La Contea Principesca del Tirolo

La Contea Principesca del Tirolo


Stemma della Contea Principesca del Tirolo


Breve resoconto storico:

La contea fu costituita intorno al 1259, con l'ascesa di Mainardo I di Gorizia-Tirolo, vero fondatore della potenza tirolese. In precedenza la casata nobiliare dei cosiddetti "conti" di Tirolo (non avevano investitura imperiale ma esercitavano un vasto potere militare) era arrivata, in seguito alle conquiste militari, ad esercitare la signoria su una vasta regione. Si auto-definivano, senza riconoscimento formale, conti del Tirolo, titolo ottenuto solo il secolo successivo.
L'imperatore Corrado II il Salico, nel 1207, infatti, aveva istituito il vescovato di Trento, rendendolo uno stato semi-indipendente entro la compagine del Sacro Romano Impero. Dal XII secolo in poi, i vassalli del principe vescovo di Trento, signori di Castel Tirolo presso Merano, avevano acquisito la funzione di "advocates" militari dell'alto prelato (assieme ad altre casate) e del principe vescovo di Bressanone. Essi estesero in seguito la propria autorità su una vasta regione a cavallo del Brennero, anche grazie ad usurpazioni violente ed illegittime ai danni degli stessi vescovi, che erano loro signori feudali, e di altre nobili famiglie.
Mainardo III di Gorizia divenne Mainardo I di Tirolo-Gorizia per il matrimonio con Adelaide, erede dell'ultimo conte del Tirolo Alberto IV. Tra le sue imprese militari egli sostenne il re di Germania Rodolfo I d'Asburgo contro il rivale Ottocaro II di Boemia: come ricompensa, nel 1286, ottenne il rango di duca di Carinzia e marchese di Carniola.
Nel 1307 il figlio di Mainardo, Enrico venne eletto re di Boemia e, dopo la sua morte, diventò contessa del Tirolo e duchessa di Carinzia l'unica figlia sopravvissutagli, Margherita. Nel 1341 questa sposò, in seconde nozze, Ludovico V di Baviera, futuro margravio di Brandeburgo.

Successivamente, quando nel corso del XIV secolo la dinastia dei Tirolo-Gorizia si estinse e la contea passò per questioni dinastiche agli Asburgo, l'uso del termine e il relativo titolo nobiliare di conte del Tirolo vennero riconosciuti dall'imperatore stesso. Infatti Ludovico V scomparve nel 1361 e gli succedette il figlio avuto con Margherita, Mainardo III di Tirolo-Gorizia, che però morì anch'egli due anni più tardi. Non avendo altri discendenti, Margherita cedette, pertanto, la contea del Tirolo al parente Rodolfo IV d'Asburgo, già duca d'Austria, nel 1363, atto approvato formalmente dal casato di Wittelsbach nel 1369. Fu in questo periodo che la contea del Tirolo entrò notoriamente a far parte dei domini degli Asburgo d'Austria, diventando una delle sue varie linee dinastiche.
Dopo che le terre ereditarie degli Asburgo furono divise ai sensi del trattato di Neuberg nel 1379, la contea del Tirolo venne governata dai discendenti del duca Leopoldo III. Dopo una seconda spartizione effettuata nel 1406 dai rappresentanti della linea leopoldina della dinastia, il duca Federico IV d'Austria ottenne l'amministrazione della zona. Nel 1420 fu quest'ultimo a scegliere Innsbruck quale residenza del governatore del Tirolo. Nel 1490 il suo erede Sigismondo rinunciò al Tirolo ed all'Alta Austria in favore del proprio cugino, l'imperatore Massimiliano I. Così facendo il potente Asburgo riunì tutti i possedimenti austriaci nelle proprie mani. Nel 1500, infine, acquistò i rimanenti territori di Gorizia presso Lienz e nella Val Pusteria.
Quando l'imperatore Ferdinando I morì nel 1564, aveva assegnato il governo del Tirolo e dell'Alta Austria al suo secondogenito, l'arciduca Ferdinando II. Entrambi i territori successivamente passarono ai figli ultimogeniti degli imperatori asburgici: l'arciduca Mattia nel 1608 e Massimiliano III nel 1612. Dopo la scomparsa dell'arciduca Sigismondo Francesco nel 1665, tutti i possedimenti asburgici vennero riuniti sotto la corona imperiale dall'imperatore Leopoldo I, che aveva sposato Claudia Felicita d'Austria, ultima contessa e figlia di Ferdinando Carlo. Questo episodio sancì la fine dell'autonomia dell'antica contea del Tirolo.
Dal regno di Maria Teresa d'Austria (1740-1780) in poi, il Tirolo venne retto dal governo centrale della monarchia asburgica a Vienna.

(fonte Wikipedia)



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La “Contea Principesca del Tirolo” si estendeva per 29.285 chilometri quadrati con 812.000 abitanti entro i confini dell’Impero Austroungarico. Quantunque la sua superficie fosse solamente il 5 per cento di quella dell’Impero, la contea del Tirolo costituiva fin dal medioevo uno dei pilastri fondamentali della monarchia danubiana. Nel caso di una minaccia esterna, al Tirolo, data la sua posizione geografica importante militarmente e politicamente, spettava dunque la copertura del fianco. Dall’ordinamento dell’imperatore Massimiliano (1511) in poi la difesa del paese e dei confini era stata affidata ai tirolesi stessi, organizzati in compagnie di Schuetzen. In tutti i secoli successivi all’inserimento del regno degli Asburgo (1363), il Tirolo assolse esemplarmente il compito di difesa dei suoi confini, con fedeltà, spirito di sacrificio e abnegazione continua.
Proprio per prevenire l’eventualità di una guerra contro l’Italia, i confini del Tirolo erano stati suddivisi in 10 sezioni di difesa, estendentisi dal Giogo dello Stelvio sino alla Carinzia. Tre di esse e un tratto della quarta suddividevano la potenziale linea del fronte dal confine svizzero al Lago di Garda, corrispondente all’odierno confine del Trentino con Lombardia e Veneto, attraverso i cosiddetti Rayon in questo modo:
- Rayon I: dal confine svizzero presso il Giogo dello Stelvio fino al Cevedale nel Gruppo dell’Ortles;
- Rayon II: dal Cevedale fino alla Cima Presena nel Gruppo della Presanella;
- Rayon III: dalla Cima Presena attraverso il Gruppo dell’Adamello e poi oltre in direzione sud est; quindi attraverso le Giudicarie fino al Lago di Garda;
- Rayon IV: dalla riva est del Lago di Garda attraverso il Monte Baldo fino al Pasubio; poi oltre fino al Monte Maggio ed al Rayon V sull’altopiano di Asiago;

Tutti questi preparativi, sulle montagne rocciose e sui ghiacciai, richiesero improba fatica, ed alla dichiarazione di guerra con l'Italia avevano raggiunto avevano raggiunto la consistenza di una debole linea difensiva che nei posti più difficili, presentava soluzioni di continuità, e ciò per la scarsità di uomini e di mezzi da impiegare nei lavori necessari.
Tenuto conto della situazione geografica e delle condizioni climatiche, la linea compresa tra lo Stelvio ed il Garda costituiva senza ombra di dubbio il fronte più aspro e scabroso della prima guerra mondiale, poiché attraversava i più vasti ghiacciai e comprendeva le posizioni di gran lunga più elevate, con cime contese accanitamente situate a 4000 metri.


Il Tirolo, in una guerra mondiale, sarebbe divenuto zona di combattimento in quanto ci si doveva aspettare che un attacco italiano avrebbe avuto i suoi obiettivi collocati profondamente ad est e a nord-est, e quindi l'impiego del Sudtirolo, quale zona di sbocco per le forze austriache contro l'Italia era inevitabile.
Nei primi anni della guerra mondiale, quando l'Italia era ancora neutrale, questo territorio era quasi privo di truppe da combattimento; vi era scarsità di uomini da impiegare nella difesa. Le truppe reclutate localmente stavano combattendo lontano dalla loro terra, sui campi di battaglia della Galizia. La carenza di truppe per la difesa del Tirolo era così pressante che si decise di trasformare i battaglioni di lavoratori in truppa da combattimento.
Ciononostante all'apertura delle ostilità e di fronte alla superiorità delle forze italiane pronte ad attaccare, vi erano, lungo i 500 chilometri del fronte del Tirolo, solo ventidue battaglioni territoriali e sette batterie, tutti di efficienza operatoria discutibile. Per il completamento di questa insufficiente copertura, l'Austria-Ungheria dovette contare sui così chiamati "Standschützen" . Si trattava quasi di una "ultima offerta" del Tirolo, giovanissimi, solo sommariamente organizzati in modo militare e superficialmente addestrati all'uso delle armi. Accanto al loro amor patrio, ad un ostinato valore in combattimento ed una certa preparazione al tiro, essi avevano innata la loro fedeltà alla montagna. (Nel prossimo post tratterò nello specifico questo corpo d'armata)

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